Ogni restauratore professionista lavora garantendo in qualsiasi momento il rispetto dei cosiddetti 5 principi fondamentali del restauro: riconoscibilità, reversibilità, compatibilità, minimo intervento e interdisciplinarietà.
Riconoscibilità: ogni intervento di restauro deve essere riconoscibile, quindi qualsiasi parte aggiunta deve essere distinguibile dall’originale, senza recare disturbo alla visione dell’opera. Se non si tiene presente questo concetto, si corre il rischio di praticare un restauro di fantasia creando un’errata lettura dell’opera.
Reversibilità: qualsiasi intervento di restauro, sia “conservativo” che “estetico”, deve poter essere rimosso (col tempo può alterarsi o per altri motivi) senza danneggiare l’originale.
Compatibilità: i materiali impiegati non devono recare danno fisico ne estetico ai materiali originali, devono avere quindi stesse proprietà chimico-fisiche-meccaniche.
Minimo intervento: limitare l’intervento di restauro al minimo indispensabile. Questo principio è molto importante perché in questo modo si limitano gli stress che l’opera subisce ad ogni intervento, ma soprattutto perché in questo modo si garantisce il rispetto di tutte quelle informazioni sulla costituzione e sulla storia di un manufatto.
Interdisciplinarietà: l’interagire tra diverse discipline/professioni (lo storico, il chimico e il restauratore), che collaborando insieme nella ricerca e nello scambio di conoscenze, convengono allo scopo di ottenere un lavoro più completo e rispettoso possibile.