Relazione del restauro pittorico “Madonna dell’Apocalisse” (XVIII sec.)

30 Jun 2022

La Madonna dell’Apocalisse è un dipinto a olio su tela (121 x 96 cm), databile al XVII - XVIII secolo circa.

Iconograficamente, le figure mariane associate alla narrazione dell'Apocalisse sono riconoscibili dagli attributi astronomici, in particolare la posizione su una falce di luna, sul globo e la corona di dodici stelle (mentre la descrizione "vestita di sole" è talvolta resa dai raggi che emanano dalla sua figura) e dalla presenza di un dragone o serpente che indentificherebbe il male, schiacciato dai piedi della Vergine. La donna è rappresentata giovane, con le mani giunte al petto, il mantello azzurro e una mezza luna crescente, simbolo di castità, e il cordone francescano a tre nodi.

La vicenda viene narrata nel dodicesimo capitolo del libro biblico dell’Apocalisse.

Molte raffigurazioni di Maria del periodo gotico (dal XIV al XVI secolo) la mostrano in piedi su una falce di luna ispirata all'associazione della Vergine con la donna dell'Apocalisse. Il motivo divenne così popolare nella Germania del XV secolo che le figure preesistenti della Madonna furono riattaccate con una mezzaluna. Il tema dell'Immacolata Concezione cominciò ad apparire in opere artistiche fin dal XV secolo, anche se il dogma cattolico ci sarà soltanto nel 1854 proclamato da papa Pio IX. Iconograficamente era difficile rappresentare visivamente dei concetti così astratti. Nel Seicento, in piena Controriforma, si creò una nuova iconografia dell'Immacolata che rimarrà invariata per molto tempo: la Madonna diventa la donna dell'Apocalisse. Questa versione analizzata, pur subendo alcune variazioni, rimane pressoché immutata nel complesso iconografico. La Vergine che schiaccia il male, circondata da una schiera di angeli.

Tecnica di esecuzione e stato di conservazione

Struttura di sostegno e supporto:
Il dipinto si presenta vincolato ad una struttura di sostegno originale in castagno. Il telaio, di tipo rettangolare fisso, presenta non troppe alterazioni, presenti invece sulla restante superficie pittorica, dovute all’umidità dell’ambiente dove esso è ubicato. Erano presenti delle leggere deformazioni su tre di quattro regoli ed alcune sconnessioni leggere negli angoli di giunzione.
E’ stato notato inoltre un incerto sostegno poiché il telaio non presenta le traverse, sostenendo solo gli angoli.
Riguardo il supporto, l’artista ha impiegato una tela. Essa presenta maggiori danni rispetto alla struttura di sostegno.
Con l’osservazione diretta sono stati notati dei tagli e delle lacerazioni di piccole dimensioni, angolari e centrali. La tela presenta delle alterazioni biologiche e attacchi fungini molto evidenti, può essere giustificato con l’umidità dell’ambiente, come già notato in precedenza sulle altre strutture. Sono state rivelate di conseguenza anche macchie di umidità che non sono eccessivamente evidenti ma sparse sulla superficie della tela in modo disomogeneo.
Molto interessante risulta un bollo di colore rosso, notato attraverso l’uso della luce radente.

Strato preparatorio e pellicola pittorica:
Osservando le lacune presenti si è potuto comprendere che lo strato preparatorio probabilmente risulta essere estremamente sottile, di colore bruno, realizzato con gesso e colla di coniglio.
La pellicola pittorica eseguita con la tecnica ad olio, risulta estremamente danneggiata. Sono presenti alterazioni cromatiche, ossidazioni, residui di sostanze proteiche, oleose o resinose, delle alterazioni biologiche all'interno della pellicola pittorica forse del legante, ormai irreversibili ed ingiallimenti dei volti e degli elementi bianchi, dovute probabilmente anche alla vernice. Con l’utilizzo della luce radente sono stati individuati dei cretti di media intensità, maggiormente sul manto della Madonna.
La perdita maggiore in ambito estetico risulta la presenza di grandi lacune in corrispondenza con le lacerazioni e le lacune della stessa tela.
La presenza dei funghi e microrganismi è stata individuata anche nella pellicola pittorica. Essi si sono espansi maggiormente nella parte inferiore. Probabilmente questa risulta essere la causa dell’estrema ossidazione della parte bassa, rispetto a quella alta.

Cornice:
Il dipinto è dotato di una cornice lignea, realizzata con la doratura a mecca. Sono stati individuati degli strati d’argento che in origine si trovavano sotto la doratura.
Essa è formata da quattro regoli lignei rettangolari.
La cornice non è relativa al dipinto, è stata adattata attraverso l’inserimento di due bacchette.
Si trova in uno stato estremamente precario. Sono osservabili infatti le gallerie create dai tarli, che risultano attualmente assenti. Questi attacchi hanno danneggiato molto la cornice e la sua doratura, non più totalmente visibile.
Lo strato di sporco è molto spesso e in maggioranza si tratta di polvere e grasso.

Intervento di restauro

Operazione di preparazione e rimozione delle bacchette di legno:
Per togliere il dipinto dalla parete ove era ubicato, è stata utilizzata una scala e successivamente trasportato dalla sagrestia al laboratorio provvisorio.
Dopo una pulizia preliminare, eseguita con pennelli dalle setole morbide si è proceduto alla rimozione.
La procedura più complessa in questa fase di preparazione è stata la rimozione non tanto del telaio e delle bacchette inchiodate nella parte sinistra e bassa della tela, quanto il residuo della colla al lato destro di essa.
La rimozione di questi adesivo che ha creato un consistente danno è stata particolarmente laboriosa: è stato necessario procedere con cautela attraverso l’applicazione di impacchi la parte interessata, permettendo lo scioglimento dei residui.
Osservando la risposta della colla all’intervento, si è compreso che era di origine organica.
Per permettere stabilità, la tela durante i lavori è stata inchiodata ad un supporto ligneo.

Pulitura della pellicola pittorica:
Tutte le fasi della pulitura sono state eseguite, procedendo per assottigliamento progressivo delle vernici, avvalendosi di verifiche effettuate mediante l’osservazione della fluorescenza da ultravioletto ad ogni passaggio effettuato.
Le prove di pulitura sono state effettuate su 12 tasselli. Inizialmente si è proceduto con l’utilizzo della saliva sintetica, però nella parte inferiore non c’è stato un buon risultato come è accaduto nella parte opposta, soprattutto nelle figure degli angeli e delle nuvole.
La pulitura dei panneggi scendendo verso la parte inferiore della pellicola pittorica, è stata più complessa probabilmente a causa della presenza di muffe sul retro della tela.
E’ stato deciso così di utilizzare, solo nella parte desiderata, l’alcool ed il coccocollagene in varie percentuali dal settimo al dodicesimo tassello. Tra questi il coccocollagene al 5% ha dato dei buoni risultati, ma dopo l’asciugatura si è notato che tendeva a sbiancare.
Di conseguenza la pulitura totale della superficie pittorica è stata eseguita con l’impiego della saliva sintetica al 2% portando sicuramente a lasciare in secondo piano una pulitura aggressiva che avrebbe potuto rovinare il dipinto.
Il risultato è stato molto soddisfacente nella parte superiore.
Le nuvole che un tempo erano gialle quasi ocra, sono diventate di un bianco di zinco e gli angeli e la vergine hanno ripreso un colorito rosa, molto naturale, diverso da quella patina scura da cui erano coperti in precedenza.
Negativamente nella parte inferiore non è stata così efficace, infatti si è concluso con un risultato semi-buono. Non si è potuto procedere oltre poiché il colore blu del manto della Madonna tendeva a perdere il colore.
Nella fase della pulitura sono state individuate delle piccole macchie circolari puntiformi diffuse su tutta la superficie pittorica. Sono state eseguite diverse prove di rimozione di tali ”puntini” che hanno avuto come risultato finale una loro leggera attenuazione. L’analisi visiva con lente di ingrandimento e le prove di pulitura effettuate ci hanno permesso di fare alcune considerazioni: probabilmente non si tratta di residui di sostanze oleose, resinose, o proteiche, ma di alterazioni biologiche diffuse all’interno della pellicola pittorica che solo analisi di laboratorio di prelievi materici potrebbero confermare.

Velinatura e consolidamento:
Una delle fasi più importanti è stata la velinatura totale della superficie pittorica, impiegando la carta giapponese e Aquazol 200, un polimero termoplastico costituito da poli (2-etil-2-ossazolina) per l’operazione di consolidamento. La pulitura senza tale intervento avrebbe causato il distacco della superficie decoesa.
Durante le varie fasi di pulitura e velinatura il dipinto è stato gradualmente posto sotto dei pesi per permettere un appianamento del supporto visivamente deformato Tale scelta ha permesso una migliore leggibilità dell’opera e delle sue problematiche, infatti è stato rilevato un’alta sensibilità all’acqua così tutte le fasi elencate precedentemente sono state eseguite con tamponi e stesure di pennello in conformità a tali informazioni, cioè leggermente inumiditi. Il consolidamento del supporto è stato effettuato anche nella parte posteriore plexisol p 550 al 10%, ma prima di ciò sono stati eliminati tutti gli attacchi biologici presenti, servendosi di un disinfettante e bisturi. Dopo tali rimozioni e i consolidamenti è stato possibile eliminare ulteriore sporco dalla superficie pittorica.
Sul retro della tela sono state applicate delle fasce di beva film e di tela di lino inglese opportunamente tagliate secondo la forma della tela originale, per eseguire lo strip-lining. Questo passaggio è servito per reintegrare la tela mancante al supporto e permettere il tensionamento sul telaio. Sono stati inseriti degli inserti realizzati con il tessuto non tessuto monofilato e dei frammenti di tela. Per un restauro finalizzato anche all'estetica si è deciso di equilibrarli con l'acquerello cromaticamente.

Verniciatura del dipinto:
Avendo concluso tutti gli interventi sia nella parte anteriore che posteriore della tela si è proceduto alla verniciatura che ha soddisfatto le aspettative riportando alla luce i colori brillanti del pittore. Anche le parti più precarie sono migliorate molto.

Stuccatura, ritocco e reintegrazione pittorica:
Nell’attesa che la vernice asciugasse è stata preparata la stuccatura servendosi della colla di coniglio e del gesso di bologna. Le lacune da stuccare erano numerose. Dopo aver eseguito con scrupolosa attenzione l’intervento e atteso che seccasse lo stucco, si è eliminato l’eccesso con la carta abrasiva opportunamente cambiata a seconda della grana necessaria, servendosi anche di bisturi e spugnette di silicone, necessarie per trattenere l’acqua, data la sensibilità del dipinto all’umidità.
Conclusa la fase della stuccatura si è proceduto al ritocco pittorico nelle lacune di minor grandezza. Questa fase ha permesso di osservare con maggior leggibilità alcune parti, come il volto della Madonna.
Anche questo intervento è stato eseguito con l’utilizzo, in alcune zone, della lente di ingrandimento.
Le lacune stuccate , sono state reintegrate mediante l'utilizzo di colori ad acquarello, Winsor & Newton.
In queste due fasi è stato deciso, come si dovesse procedere nella parte inferiore del dipinto, dove è caduta la maggior parte della pellicola pittorica. Si è deciso di lasciare a vista la tela originale e reintegrare solo la zona circostante, secondo la scelta della sovrintendenza.

Pulitura della cornice:
Tutte le fasi della pulitura sono state eseguite, procedendo per assottigliamento progressivo degli strati di sporco, avvalendosi di verifiche effettuate durante la fase lavorativa.
Inizialmente si è proceduto con l’utilizzo della saliva sintetica ma il risultando è stato inefficiente. Si è deciso così di utilizzare un solvente, l’alcool etilico al 5% per tutta la superficie lignea.
E’ stato sostituito il gancio originale, perché non in grado di sostenere più la struttura, in quanto estremamente fragile.
Nel procedimento le lacune sono state reintegrate con la tecnica del puntinato e l’applicazione di foglia oro in alcune zone.

Montaggio e mordenzatura del telaio:
Avendo sostituito il telaio vecchio con uno nuovo per permettere anche una visione estetica più vicina all’originale è stato utilizzato un mordente che richiamasse il legno di noce.
Il sistema di ancoraggio è stato eseguito con l’utilizzo delle viti e degli anelli per evitare dei possibili traumi alla tela.
La tela in eccesso è stata fissata con delle graffette. Sul retro del telaio per agevolare un futuro tensionamento senza dover ripetere l’operazione strip lining.

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