Margherita la Pazza: il restauro del capolavoro di Bruegel il Vecchio

04 Jul 2019

Il Dulle Griet, capolavoro dell’artista olandese Pieter Bruegel il Vecchio, recentemente restituito al suo splendore originario, grazie ad uno straordinario intervento di restauro, sarà al centro della grande mostra Da Fouquet a Bruegel che si terrà ad Anversa dal prossimo 5 ottobre 2019 presso il Museo Mayer van den Bergh per celebrare i 450 anni dalla morte dell’artista.

E’ proprio lo studio e il restauro di quest’opera, curato dal Royal Institute for Cultural Heritage (KIK-IRPA) di  Bruxelles, durato oltre diciotto mesi, tra gennaio 2017 e l’estate del 2018, ad offrire una nuova prospettiva ad una delle opere più significative del grande pittore olandese, principale artista del Rinascimento olandese e fiammingo.

Si è trattato di un intervento di studio e restauro appassionante ed altamente istruttivo, che esprime molto bene il valore di un’attività di grande valore culturale che l’Istituto Restauro Roma propone, con il corso di  laurea magistrale a ciclo unico in  conservazione e restauro dei beni culturali, ai giovani in cerca di un lavoro interessante ed altamente edificante.

Margherita la pazza
Il dipinto del 16 ° secolo mostra una scena piena di attività e di simbolismo. Il personaggio principale è una donna anziana (Dulle Griet,  che in fiammingo significa “Margherita la pazza”) che fugge dalla scena, trasportando con se una cesta piena di strani bottini. Tutta la sua figura è protesa a raggiungere, con la forza di un passo lunghissimo, la bocca spalancata dell’Inferno. Dietro di lei un gruppo di donne sta saccheggiando il villaggio, mentre i soldati cercano di fermarli. Attorno a lei si staglia un paesaggio da incubo: rovine, combattimenti, strane navi, creature ibride mostruose che popolano l’intera opera.

Prima del restauro, il dipinto era un oscuro, strano paesaggio con un cielo rosso scuro e tocchi di marrone. L'analisi tecnica di un disegno a colori di "Dulle Griet" conservato nel Kunstpalast di Düsseldorf ha rivelato una notevole quantità di informazioni sulla tavolozza originale del dipinto di Anversa. Il disegno -  precedentemente attribuito allo stesso Pieter Bruegel il Vecchio - si è rivelato invece una copia realizzata dopo il dipinto. I suoi colori però, straordinariamente ben conservati, hanno offerto agli studiosi una prova unica e dettagliata dei colori originali del dipinto.

Scoperte importanti
Lo studio multidisciplinare realizzato ha prodotto diverse scoperte significative, che modificano i risultati di precedenti ricerche effettuate nel 2011 e 2012. L'uso di tecniche più avanzate ha permesso infatti di documentare e studiare uno ad uno i vari strati sottostanti del dipinto. Le mappe Macro-XRF che mostrano la distribuzione del rame e del carbonato di calcio rivelano che Bruegel non ha aggiunto il titolo "Dul" al pannello: le iscrizioni o i graffi sono stati applicati in seguito. Anche la datazione del lavoro è stata corretta di due anni, poiché la data "1563" è stata scoperta sul pannello dopo la pulizia e la rimozione di strati di sovrastampa storica. La data precedentemente accettata del lavoro era il 1561.

Dopo il restauro sono tornati alla luce la raffinata pennellata di Bruegel e una serie di dettagli rimasti nascosti per decenni sotto strati di vernice ricoprente e ingiallita. La ricchezza originale di colori è ora di nuovo visibile e l'opera appare particolarmente fresca. Le qualità artistiche del pittore ora emergono pienamente.

Nuova luminosità e dettagli sconosciuti
La luminosità riacquistata dall’opera nel suo insieme offre un rinnovato senso di profondità: la figura di "Dulle Griet" è messa in primo piano molto più saldamente e si staglia contro il vasto paesaggio sullo sfondo. I toni di colore nel pannello - blu e verde – si sono rivelati molto meno intensi, modificando l'aspetto generale della scena. Il vestito di Margherita e la bandiera, per esempio, erano originariamente di un blu profondo. Erano infatti realizzati in smalto, meno costoso e più facilmente disponibile rispetto al lapislazzuli molto costoso. Il cielo ora tende al verde e il cappello dell'inferno ha un aspetto molto più scuro. I pigmenti verdi della rana, il fogliame in alto a sinistra e la figura in basso a destra ora hanno una sfumatura marrone.

Complessivamente il lavoro dopo il restauro sembra molto più fresco e mostra dettagli rimasti invisibili per molti anni, come l'orsacchiotto, i caschi finemente eseguiti e il bellissimo paesaggio sullo sfondo. La tavolozza dei colori è più leggera e più varia. Le pennellate di Bruegel e le sue eccezionali capacità pittoriche sono visibili ancora una volta. Il senso dello spazio è stato completamente ripristinato e l'intera scena mostra una profondità molto maggiore.

Insomma, un appuntamento con Brugel, che l’Istituto Restauro Roma (IRR) suggerisce di non perdere e che consiglia vivamente ai giovani studenti che vogliono avvicinarsi alla professione di restauratore di beni culturali.

 

Fonti e approfondimenti
https://www.museummayervandenbergh.be/en
https://www.museummayervandenbergh.be/en/content/highlights
http://www.kikirpa.be/EN/1/61/Home.htm
http://www.flanderstoday.eu/dulle-griet-restoration-answers-long-held-questions-about-450-year-old-painting
https://www.codart.nl/art-works/restoration-of-pieter-bruegels-dulle-griet-reveals-new-discoveries/

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