Il Dulle Griet, capolavoro dell’artista olandese Pieter Bruegel il Vecchio, recentemente restituito al suo splendore originario, grazie ad uno straordinario intervento di restauro, sarà al centro della grande mostra Da Fouquet a Bruegel che si terrà ad Anversa dal prossimo 5 ottobre 2019 presso il Museo Mayer van den Bergh per celebrare i 450 anni dalla morte dell’artista.
E’ proprio lo studio e il restauro di quest’opera, curato dal Royal Institute for Cultural Heritage (KIK-IRPA) di Bruxelles, durato oltre diciotto mesi, tra gennaio 2017 e l’estate del 2018, ad offrire una nuova prospettiva ad una delle opere più significative del grande pittore olandese, principale artista del Rinascimento olandese e fiammingo.
Si è trattato di un intervento di studio e restauro appassionante ed altamente istruttivo, che esprime molto bene il valore di un’attività di grande valore culturale che l’Istituto Restauro Roma propone, con il corso di laurea magistrale a ciclo unico in conservazione e restauro dei beni culturali, ai giovani in cerca di un lavoro interessante ed altamente edificante.
Margherita la pazza
Il dipinto del 16 ° secolo mostra una scena piena di attività e di simbolismo. Il personaggio principale è una donna anziana (Dulle Griet, che in fiammingo significa “Margherita la pazza”) che fugge dalla scena, trasportando con se una cesta piena di strani bottini. Tutta la sua figura è protesa a raggiungere, con la forza di un passo lunghissimo, la bocca spalancata dell’Inferno. Dietro di lei un gruppo di donne sta saccheggiando il villaggio, mentre i soldati cercano di fermarli. Attorno a lei si staglia un paesaggio da incubo: rovine, combattimenti, strane navi, creature ibride mostruose che popolano l’intera opera.
Prima del restauro, il dipinto era un oscuro, strano paesaggio con un cielo rosso scuro e tocchi di marrone. L'analisi tecnica di un disegno a colori di "Dulle Griet" conservato nel Kunstpalast di Düsseldorf ha rivelato una notevole quantità di informazioni sulla tavolozza originale del dipinto di Anversa. Il disegno - precedentemente attribuito allo stesso Pieter Bruegel il Vecchio - si è rivelato invece una copia realizzata dopo il dipinto. I suoi colori però, straordinariamente ben conservati, hanno offerto agli studiosi una prova unica e dettagliata dei colori originali del dipinto.
Scoperte importanti
Lo studio multidisciplinare realizzato ha prodotto diverse scoperte significative, che modificano i risultati di precedenti ricerche effettuate nel 2011 e 2012. L'uso di tecniche più avanzate ha permesso infatti di documentare e studiare uno ad uno i vari strati sottostanti del dipinto. Le mappe Macro-XRF che mostrano la distribuzione del rame e del carbonato di calcio rivelano che Bruegel non ha aggiunto il titolo "Dul" al pannello: le iscrizioni o i graffi sono stati applicati in seguito. Anche la datazione del lavoro è stata corretta di due anni, poiché la data "1563" è stata scoperta sul pannello dopo la pulizia e la rimozione di strati di sovrastampa storica. La data precedentemente accettata del lavoro era il 1561.
Dopo il restauro sono tornati alla luce la raffinata pennellata di Bruegel e una serie di dettagli rimasti nascosti per decenni sotto strati di vernice ricoprente e ingiallita. La ricchezza originale di colori è ora di nuovo visibile e l'opera appare particolarmente fresca. Le qualità artistiche del pittore ora emergono pienamente.
Nuova luminosità e dettagli sconosciuti
La luminosità riacquistata dall’opera nel suo insieme offre un rinnovato senso di profondità: la figura di "Dulle Griet" è messa in primo piano molto più saldamente e si staglia contro il vasto paesaggio sullo sfondo. I toni di colore nel pannello - blu e verde – si sono rivelati molto meno intensi, modificando l'aspetto generale della scena. Il vestito di Margherita e la bandiera, per esempio, erano originariamente di un blu profondo. Erano infatti realizzati in smalto, meno costoso e più facilmente disponibile rispetto al lapislazzuli molto costoso. Il cielo ora tende al verde e il cappello dell'inferno ha un aspetto molto più scuro. I pigmenti verdi della rana, il fogliame in alto a sinistra e la figura in basso a destra ora hanno una sfumatura marrone.
Complessivamente il lavoro dopo il restauro sembra molto più fresco e mostra dettagli rimasti invisibili per molti anni, come l'orsacchiotto, i caschi finemente eseguiti e il bellissimo paesaggio sullo sfondo. La tavolozza dei colori è più leggera e più varia. Le pennellate di Bruegel e le sue eccezionali capacità pittoriche sono visibili ancora una volta. Il senso dello spazio è stato completamente ripristinato e l'intera scena mostra una profondità molto maggiore.
Insomma, un appuntamento con Brugel, che l’Istituto Restauro Roma (IRR) suggerisce di non perdere e che consiglia vivamente ai giovani studenti che vogliono avvicinarsi alla professione di restauratore di beni culturali.
Fonti e approfondimenti
https://www.museummayervandenbergh.be/en
https://www.museummayervandenbergh.be/en/content/highlights
http://www.kikirpa.be/EN/1/61/Home.htm
http://www.flanderstoday.eu/dulle-griet-restoration-answers-long-held-questions-about-450-year-old-painting
https://www.codart.nl/art-works/restoration-of-pieter-bruegels-dulle-griet-reveals-new-discoveries/