Conversazione rivelata

03 Dec 2019

'La Vergine e Bambino con i Santi' di Giovanni Martini da Udine

Per chi come l'Istituto Restauro Roma - IRR si dedica con passione alla formazione delle nuove leve di restauratori attraverso il corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Conservazione e restauro dei beni culturali, è un vero piacere quando riaffiorano, dal patrimonio inesplorato di grandi musei, tesori straordinari dell'arte realizzati da grandi artisti italiani, soprattutto quando questo avviene grazie lavoro di valenti restauratori.
E’ il caso de La Vergine e il Bambino con Santi, realizzata da Giovanni Martini da Udine tra il 1500 e il 1525, una delle maggiori pale d'altare dipinte del pittore e scultore del Rinascimento, tornata visibile nell’agosto scorso, per la prima volta dopo più di cento anni, grazie al complesso lavoro di restauratori della National Gallery. Un trattamento di conservazione durato sette anni, uno dei più lunghi e complessi nella storia del Museo.

Una Sacra Conversazione
Nella pala l'apostolo Giacomo il Grande guarda direttamente l’osservatore, quasi invitandolo a salire sul terreno roccioso. La sua mano tocca la spalla di un uomo in ginocchio, molto probabilmente il mecenate che ha commissionato l'opera.
Le analisi con i raggi infrarossi hanno rivelato disegni precedenti in cui l'artista ha sperimentato diverse posizioni della testa e del corpo di questa figura. Alla destra vediamo un cavaliere a cavallo, San Giorgio, che si riteneva avesse salvato una giovane da un drago, il cui corpo senza testa giace a terra. San Giorgio prega il Cristo Bambino che sta sulle ginocchia della Vergine Maria al centro della pala d'altare. Questo tipo di pittura, chiamata “sacra conversazione” tra la Vergine, Cristo Bambino e santi divenne sempre più popolare nel corso del XV secolo.

Lo stato dell’opera
L'immagine – ricorda il comunicato stampa della Galleria- fu dipinta su un pannello di legno, materiale molto reattivo ai cambiamenti di umidità e di clima. Prima dell’acquisto nel 1867, la pala aveva già subito diversi importanti cambiamenti strutturali. Quando entrò nella collezione il legno fu conservato utilizzando il cradling una tecnica di supporto che, per quanto allora realizzata a regola d’arte, ha finito col rendere la pala ancora più fragile.
Nel 2011 è stata presa la decisione di restaurare radicalmente la pala per restituirla alle generazioni future. Il progetto durato sette anni, ha rappresentato una vera e propria sfida per il team di restauratori. Dallo studio del pannello è emerso che la pala – originariamente integrata da una parte superiore ad arco - venne dipinta sopra tre lunghe tavole di pioppo, di circa 4-5 centimetri di spessore, incollate assieme e rinforzate con inserti a farfalla. Le tavole erano a loro volta sostenute da stecche di sostegno inchiodate dalla parte anteriore precedentemente alla preparazione del legno per la pittura.
Nel XIX secolo il pannello fu reso più sottile e incollato ad una culla (reticolo di stecche di legno) che se da un lato supportava il pannello, dall’altro ne precludeva ogni possibile adattamento di dimensione o curvatura, aspetto che ha portato a fratture e distorsioni.

Il restauro
In primo luogo, sono state rimosse la vecchia vernice e le riverniciature successive, quindi è stato accuratamente rimosso il supporto di sostegno e il pannello diviso nelle sue tre schede. Le spaccature nelle tre tavole sono state ripulite da colla e da vecchi materiali di riempimento.
Le scaglie di vernice, che nei precedenti trattamenti erano state rimosse e fissate in punti sbagliati, sono state riallineate. Le centinaia di fessure nel legno sono state livellate con pressione dall'alto e dal basso e poi riparate con adesivo.
Si è reso anche necessario ricostruire parti di legno danneggiate da diverse fratture e dai tarli che avevano attaccato la pala prima della sua acquisizione.
Riparati i danni e ricongiunte le tre schede, per assicurare la stabilità della pala è stata progettata e realizzata una struttura flessibile di supporto ausiliario per dare al legno la possibilità di muoversi e di ridursi nel tempo senza danneggiare lo strato di vernice.
Inoltre per ricordare il formato originale del dipinto, sulla parte superiore del pannello, attaccata al supporto ausiliario, è stata collocata un'aggiunta ad arco.
Infine sono state riempite e ritoccate le perdite di vernice ed il pannello è stato incorniciato per garantirne la mobilità.
La pulizia, la riparazione strutturale e il trattamento di restauro di 'La Vergine e Bambino con Santi' è stato condotto dal Conservatorio della Galleria Nazionale Britta New con altri membri del Dipartimento di Conservazione.

Fonti e approfondimenti
https://www.nationalgallery.org.uk/paintings/giovanni-martini-da-udine-the-virgin-and-child-with-saints

https://www.nationalgallery.org.uk/about-us/press-and-media/press-releases/conservation-revealed-the-virgin-and-child-with-saints-by-giovanni-martini-da-udine

https://www.getty.edu/foundation/initiatives/past/panelpaintings/index.html

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